se si salutano senza

27 aprile 2010

.

.

.

.

se si salutano senza
sapere più cosa dirsi
se si sentono così
saturi della presenza
di sensazioni dell’altro
che pervadono che impongono
una dimensione aliena
a ciascun io esacerbato
se si separano senza
futuro, rimpianto, affetto
dove è finita la donna
e l’uomo che hanno scommesso
ciascuno sopra il respiro
e le visioni dell’altro?

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

(2010)

Coppa di testa

22 aprile 2010

.

.

.

.

Coppa di testa

.

ci addentriamo all’esame
di un piacere sulfureo, variegato, perverso,
grasso di cento voci, colori spenti, grigio,
sapore di nebbia d’inverno, di freschi
camini fumosi, d’odore d’antico, estro
che unge le labbra, acre dolcezza morbida
con punte più fitte, con lance
di fremiti incerti, latenti nel languido
sfaldarsi della materia

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

(2006)

Sulla montagna

18 aprile 2010

.

.

.

.

Sulla montagna

.

tu, bianca, sali per la montagna
di roccia rossa, dentro un mattino
di bruma sopra la larga piana
ansiosa nel suo sogno di verde

e non c’è Dio, o ci ascolta soltanto
forse nelle pietre che raccontano
quell’alito di fuoco, più in basso
persiste la città dell’attesa

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

(2009)

.

.

.

.

nel caffè del mattino il mio odore
diverso e così simile al tuo
descrive amaro e carnale
altre abituali occasioni, aromi
di conoscenze ripetute, sapori

mi guardo, ti guardo

i corpi appena passati
di quarantenni ben tenuti
brulicano di segnali
(sensuali, efficienti)

solo l’odore persiste univoco
nel caffè del mattino è già pieno
dei sudori intrecciati di domani

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

Pubblicata in La nostra vita, e altro, Udine, Campanotto editore, 2004

Il santuario a Nasso

8 aprile 2010

.

.

.

.

Il santuario a Nasso

.

attraverso la soglia di pietra del cielo
era Apollo Delio a discendere tra noi
oltrepassando la via retta della luce
per quella incerta tra i sassi sopra il mare

parrà forse trito, oggi, l’affastello di meraviglie
chiuso in quest’ansimo di assoluti, e pure ci si impone
là in alto, a inquadrare i millenni della storia,
questo portale assurdo contro il blu dell’Egeo

e come reprimere l’orrore dell’antico, il numinoso,
il mito? questo respiro che ti si gonfia dentro,
questa passione immaginata, di salvezza e morte,
come un vento di secoli nell’anima

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.
.

(2008)

.

.

.

.

Recitativo del silenzio tra noi

.

non ci sono più notizie
dal mondo che fu tuo e mio, non c’è più
lo spazio, il fumo incantato del camino,
la gora del mulino laggiù in fondo, i porcospini
come pensieri allarmati
che sbucano la notte, non c’è il mondo nostro
con quel respiro immenso di parole
che arredano il senso, che aspergono
di avventura persino il silenzio

non ci sono notizie dal silenzio
che impera tra noi, quasi dimenticato
avessimo che ci sono state parole, gesti,
risa nell’aria, ad addolcire
l’affanno di ogni giorno

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

(2005)

.

.

.

.

come corrono le parole sulla carta
sotto l’occhio ansioso del lettore
ordinate pur nel tumulto
del cuore di chi scrive
nel galoppo
delle mani e degli occhi
come una fila di perle inanellate
tutte diverse tutte cariche
di paura e di gioia
di memoria e di una morte
che rimane sempre di là

ma si incunea come un presagio
ogni volta che la collana che corre
inciampa ansimando nella propria fine

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.
.

(2004)

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: