Regole

29 marzo 2013

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Regole


quasi al principio esistessero
criteri diversi per
valutare il nostro amore
quando era solo una rete
di sguardi e di accenni timidi
dentro il mare della nostra
diffidenza naturale
di estranei sollecitati
casualmente da un sospetto
di affinità – quasi forse
ci vincolassero regole
per decidere se il nostro
sentimento fosse vivo
e destinato a durare
quando era solo un embrione
esaltante e delicato
di turbamenti reciproci
quando sancire quel nostro
destino era necessario
quasi al principio esistessero
regole nuove e specifiche
soltanto valide allora
per prepararci alla lotta
delle stagioni seguenti
dei patti per il futuro
di un sentire quotidiano
da ricontrattare giorno
dopo giorno integralmente
da stabilire ogni volta
ed ogni notte per sempre

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(2009)

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Signora della Fine dell’Estate


Signora della Fine dell’Estate, tu che imponi alla nostra attenzione
di restare nel luogo della luce, di evitare tutto quello che altrimenti
sarebbe normale memoria di cose indispensabili, e di colpo
insensibilmente ci rendi perduti, in balia delle imprecazioni
per questi errori noiosi, per questo rassegnarci impossibile
ad abbandonare ciò che per noi ha senso, ciò che continuamente è stato insieme
irreale e reale, tangibile e immaginario, quando il caffè della macchinetta,
ora, resta in memoria solo come errore, quando il collega dentro l’ufficio
ora, non sa nemmeno farsi testimone di tanta immaginata felicità,
quando la Fine dell’Estate, ora, è come un’onda di marea che sale
travolgendo i castelli già costruiti con ardore sulla sabbia

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(2012)

Scorrono

15 marzo 2013

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Scorrono


scorrono lenti gli sguardi, la luce
riveste l’acqua di un velo compatto
di sole e intesse la vista e le cose,
qualcuno si volta, indaga nel gruppo
dei volti che circondano il suo gesto,
lo investe da dietro la luce, scuro
contro il corso del sole, gli occhi attenti
lo incidono, spezzano l’unità
della figura contro il mito liquido,
la luce insiste invano, non ha scampo

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(2009)

Signora del Silenzio

8 marzo 2013

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Signora del Silenzio


Signora del Silenzio, non ti appoggiare a me quando senti
che è troppo grande quello che brucia nelle parole
che non sai pronunciare, che è troppo vuoto il mondo
che ti sei fatta attorno, quando tutte le parole che ti avvolgono
sono solo zanzare impazzite, scintille di inutilità, rumore
sottile come la pelle del male, schegge di gente che muore nel lamento
delle happy hour, inconsci gemiti dell’amore cercato, trovato
troppo in là, troppo diverso da quanto si può accettare,
gridato come impossibile, nel tintinnio dei bicchieri, dei cucchiaini,
nel crac delle patatine fritte e dei tostati
stuzzichini al formaggio, ora dopo ora, volta dopo volta, anno
dopo altro anno inutile, dove le frasi troppo e troppe volte ripetute
sono una litania del senso vuoto, dell’anima che non c’è, della tua vita
caricata d’amaro, della tua vita che non c’è, Signora del Silenzio, come
preferisci incantucciarti nel bruciore dello star soli, del pensare
che solo possa essere io, soltanto per un attimo, a redimerti con il solo sguardo

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(2012)

Il dio roccia

1 marzo 2013

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Il dio roccia


appoggiato sulla roccia di lei
il dio insiste, persiste, perdura
pesante di roccia anche lui, glorioso
in alto, nell’alto, nel sole
sagoma oscura contro
il cielo, il dio che viene e
che feconda, che inonda
quella roccia che è lei, che
è noi, è terra, è mondo, il dio
che è egli stesso roccia, è cuore,
è vita, è ritornare al lento
avvilupparsi della pietra
intorno alla pietra che è se stessa,
è noi, è dio, è lei ora diversa
ora che in sé contiene
il soffio di un altro vivere
ora che darà luce a una pietra
che non sarà mai più pietra
né cielo, né sole, né roccia,
ma carne, ma sensi, ma tenero
giustapporsi di passioni
dove ora il dio, tenace,
gli si nasconde dentro,
lentamente assiduamente eternamente
vibrante

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(2009)

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