La via (Ballata amara)

31 ottobre 2014

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La via
(Ballata amara)

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se ripercorriamo insieme la strada
del nostro ritrovarci insieme
non riconosciamo più quei passi
del nostro cammino
verso l’incontrarci, non ritracciamo
la medesima via
………………….la rotta
non era affatto segnata
si navigava a braccio, a vista,
a sensazioni, o con la stella
polare di emozioni
che non ritornano più
o sono amare, oggi, incerte, fragili
come il sonno vicino a te,
sempre interrotto dalle illusioni
di un nostro risveglio improvviso
di un ritrasmetterci imminente
e reciproco
la vita

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(2005)

Replay: Autosonetto

28 ottobre 2014

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Autosonetto


queste parole che mi stanno strette
queste linee di testo ingarbugliate
queste mie scarse parole malate
queste azzardate scommesse scorrette

queste visioni del mondo imperfette
queste attenzioni al mondo coagulate
queste considerazioni sbagliate
senza valli senza profonde vette

queste disanimate imitazioni
di ciò che ha un cuore ciò che ha un’avventura
queste spericolate sensazioni

questa perdurante fiacca tortura
questa improvvisazione senza toni
questa voce infarcita di paura

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(2011)

Si disperdono

24 ottobre 2014

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Si disperdono

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si disperdono nell’acqua, fanno tuffi, sono immersi
nel lago, sono l’oggetto di uno sguardo aereo che

non toccherà i loro corpi, non sentirà il loro fuoco
lenito dall’immersione, rimarrà una vibrazione

di atomi nel vuoto, non toccherà il loro bruciare
esser bruciati dal dio

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(2013)

Replay: regolarissimamente

21 ottobre 2014

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regolarissimamente
il nostro scambio s’incaglia
nelle virgole spostate
della nostra relazione
e inciampano le tue frasi
nei miei punti, nelle pause
del respiro indispensabili
alla nostra naturale
coabitazione nel regno
dei sentimenti comuni,
nei nostri interrogativi
interallacciati, come
se credessimo davvero,
come se avessimo mai
creduto che siamo noi
a conversare, e non tu
e io come tristi monadi

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(2010)

La biblioteca

17 ottobre 2014

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La biblioteca

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Arrivando a Sarajevo dal viale dei cecchini,
incrociamo il museo, l’Holiday Inn, seguiamo i giardini
lungo il piccolo fiume (quello grande, la Bosna,
scorre fuori città, non lontano) sino al vecchio
edificio bruciato, il fulcro di tutto, il cuore distrutto
del senso, serrato dove l’abitato di colpo
finisce, e la valle affollata di tetti
si estingue in una gola
troppo stretta,
proclamando la biblioteca insieme apice
e centro della città – e questa,
così strangolata, solo verso l’alto riesce ora
a proseguire, a picco, a strapiombo tra i pendii
pullulanti di lapidi e le strade
abbarbicate verso i boschi appena sopra,
dove era stato facile, per quelli che sparavano,
affollare quei rami e spiare laggiù,
con l’occhio lungo della morte remota, a punire
chi non correva abbastanza a zigzag,
abbastanza veloce,
abbastanza fortunato. E fortunati noi, oggi,
a passeggiare per le strade del mercato, a visitare
le moschee ricostruite, a bere birra e yogurt,
conversando con chi è rimasto, con chi
è tornato, con chi ci vive, ora, e vorrebbe
rimanerci per sempre: una bella città davvero,
dove si vive litigando e cantando,
mangiando carne e bevendo vino,
perché i morti non ci possono impedire
di essere ancora vivi, e se tremiamo nel vedere
gli intonaci costellati di spari, le voragini
spalancate nei tetti, i palazzi sbranati dal fuoco,
non è per questo che siamo qui,
che sono qui loro, i vivi,
i vivi, con cui brindare al ritorno del domani.

Quanto manca alla ricostruzione dei muri?
Domani, posdomani, tutti i segni
saranno cancellati, ma dei libri bruciati,
dei ricordi perduti dei morti, chi ci ridarà
il sapere?

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(2005)

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non saprò se questa notte
bianca di neve sin quando
nel buio penetra l’arte
d’immaginare risponde
alla domanda che non
è domanda, di che cosa
vi sia di là, se la luce
o un’altra morte più vaga,
e quanto regga il prodigio
che tiene assieme il mio io
nella quotidiana diaspora
di percezioni e pensieri
che si rincorrono dentro
questa mia arena notturna
che pure crede di credere
in sé

 

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(2010)

Cantare

10 ottobre 2014

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Cantare

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bisogna cantare, stringere musica al desiderio,
torturare l’ossatura nebulosa dei dendriti,
rivoltandoli spietati l’uno sul cuneo dell’altro,
scaraventando catene di impulsi di colpo ciechi
contro catene di impulsi identicamente impossibili

proiettati dentro l’alveo, scatenati nei meandri
nebulosi del cervello, dove la musica insiste,
traccia, segna, marca, dove voi stessi siete per sempre

nel battito dell’adesso, nel panico del respiro

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(2014)

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tutti scrivono parole
con i pollici e le mani
raccolte attorno al telefono
mentre gli sguardi percorrono
i sentieri dello schermo
dove si addensano sogni
di prossimità con chi
condivide questa voce
astratta, senza più suono,
solo composta di cifre
e di luci – ma ugualmente
liquida, di pancia, tua

 

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(2010)

Isole

3 ottobre 2014

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Isole

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isole sopra il fiume grande
la sera, che più che vedersi s’intuisce
nel suo celeste opaco
il trascorrere lento dei mesi
dei decenni, di quest’acqua che trascina
costellazioni di polvere
turbinosa, grigia
per depositarsi o poi
esser ritrascinata via, ancora, lontano
ad altre isole nascoste più a valle
mentre nel corso di questa stessa sera
io non trovo una spiaggia
per questi pensieri
in balia della vita

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(2004)

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