Volgarità
3 giugno 2016
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Volgarità
volendo essere volgari, piantarti
questo cazzo davanti agli occhi, duro
come un discorso per la vita e pieno
d’inelegante maschia tracotanza,
definendo il confine di ciò che
è sesso e nube e folle malinconica
nera ossessione, e ciò che è sesso e sole
e chiara magica unione sensibile
di anime scelte, mentre si dispongono
i corpi a impersonare l’atto primo
dell’esistenza, attraversando il margine
delle violenze vive e del volere
essere amati, avvertendo nel sangue
che lo riempie il replicare fremente
della carne, che ancora implora vita
e tutto il tempo vita, senza tregua
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(2009)
non comprendo il titolo: il testo è espressione esplicita di un sentire legato al sesso, desiderio personale ma che anche trascende la persona “carne, che ancora implora vita/e tutto il tempo vita, senza tregua”
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A distanza di 7 anni (la poesia è del 2009), potrei dire che il titolo fa riferimento all’inizio del testo, e in generale il riferimento alla volgarità è una piccola provocazione, nei confronti sia di chi vuole vedere nel sesso solo il lato luminoso/amoroso, sia di chi ci vede solo qualcosa di oscuro e un po’ sporco. A distanza di sette anni, tuttavia, non sono più così tanto nella testa di chi ha scritto questi versi.
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Non importa, non mi riferivo al tuo vissuto soggettivo, ma all’espressione valida di un vissuto di desiderio maschile.
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È davvero molto, molto bella.
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