nella trasparenza degli dei sei quella che mi guarda
31 marzo 2020
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nella trasparenza degli dei sei quella che mi guarda
quasi mi dovessi di esistere quasi mi pensassi
identico a loro, certo molto presto la mattina
hanno predisposto l’intero mondo per te che non eri
qui ancora atterrata, e i rossi acuti di macchie di papaveri
scavate nei campi troppo verdi di un maggio piovoso
fiori gialli in mezzo al gialloverde del grano immaturo
sotto queste nuvole a strati sino a così lontano
quasi come il mondo da cui provieni e guardi me, me!
quasi mi dovessi di esserci, quasi sotto la pioggia
io apparissi identico a loro
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(2019)
Replay: Possono essere spade
29 marzo 2020
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Possono essere spade
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non sono le tue parole di corde d’aria a suonare
tanto nettamente strane a fronte di questo silenzio
mio di riflessi di vetro e non è la voce di vetro
tua a riflettere il disagio di fronte a questo mio buio
risonante dove mani toccano sapori che
d’improvviso si rivelano, dove gli odori credono
di gestire il monopolio del sentimento perché
possono essere spade o anche voci di corde d’aria
e riflessi ritagliati nel vetro
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(2016)
La voce non sta ferma
27 marzo 2020
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La voce non sta ferma
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quando le parole piangono, e la voce non sta ferma
e il mondo sembra scomposto, fuori luogo, come storto,
e il respiro è un incidente tra le sillabe, e non canta
non sorride più il sorriso del sole, l’ondata piena
del calore che alimenta la gloria delle cicale,
quella sillaba fermata dall’assenza di respiro,
quella vita enorme riempie tutte le parole che
hanno lasciato il respiro per rifugiarsi in quel dentro
che ansima ancora più dentro, che ha una voce di vecchia larva,
che è il nascondiglio incrinato dai riflessi dell’assillo,
piangono piangono voci nel ghetto nero del fondo,
il calore ha alimentato l’ascesa delle cicale,
tra i due mondi c’è un canale piccolo piccolo, denso
di memorie sparpagliate tra i tronchi tiepidi
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(2015)
tra la bocca e l’anima un condotto lungo di emozione
24 marzo 2020
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tra la bocca e l’anima un condotto lungo di emozione
accompagna i sensi al collasso, sbattono troppo forte
le imposte, si oscura il senso, scivola la nostra vita
dentro l’altra vita ignota, non tanto simili a dei
fiamme sotto i muscoli, suoni tintinnanti nella notte
che ci copre, battono impazziti gli scuri dell’essere
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(2019)
Replay: Quando il giallo squillante
22 marzo 2020
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Quando il giallo squillante
quando il giallo squillante vince sul verde amabile
in un pulviscolo armonico che invade tutto
come i giaguari di luce di un Renoir sognato
quando il mondo è concreto come l’aroma amato
dall’insistenza soffice e muta della pelle
quando il tuo sapore riempie i canali del senso
saturandoli come un rosso maturo, carico
di un volere che risuona abbastanza da vincere
il gioco delle nostre paure e del potere
quando il giallo squillante trascina nel suo campo
imponderabile tutti i colori che stanno
intorno a noi, possiamo allora urlare che un nuovo
destino celebra il suo futuro di credenze
che ci accompagnano a un altro identico domani
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(2010)
lo spazio del suono della campana nella scansione
20 marzo 2020
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lo spazio del suono della campana nella scansione
che l’occhio fa della larga astrattezza dell’acqua domina
la tua percezione del momento, che non c’è nessuno,
solamente mosche insolenti, palude e cielo, vuoto
di vita, lo spazio che si stende nel suono, vuoto
di attrazione, acqua che si stende immobile nel centro
esatto del tempo, come a dissociare le esistenze
del prima e del poi
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(2018)
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ferma in questa piazza, nel sole delle tre guardi che passano
il tempo e i turisti, gambe lunghe e abbronzate camminano
parlano trascorrono, biciclette di varie età
e sesso attraversano tutto lo spazio, le ore incombono
nel grembo selciato, ti sorride un respiro di vento
però, mentre passano i turisti con il giorno, quando
salirà la sera sarà tutto stato un altro sogno
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(2019)
Replay: Tutti rosa
15 marzo 2020
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Tutti rosa
tutti rosa i peschi antichi nel marzo della pianura
il treno attracca Cesena non piove non è nemmeno
mercoledì, il sonno scivola in mezzo a versi che scivolano
fuori da questa coscienza da sette e quarantacinque
essendo in viaggio da un’ora nel marzo della pianura
grato ai peschi roseggianti a tutti i campi verdeggianti
alle case biancheggianti alle pozze celesteggianti
tutto un mondo troppo lirico per quello che possiamo
a quest’ora trattenere
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(2015)
La macchia
13 marzo 2020
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La macchia
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la macchia di canne secche che si staglia chiara sulla
ramaglia densa e verdastra sta definendo il confine
del nostro campo di azione, per cui l’inverno che siede
così a lungo sulle cose qua attorno insieme delinea
il suo potere e la mia curiosità un po’ spaventata
da bambino avventuroso cui la mamma ha già proibito
di prendere freddo e di portarsi talmente vicini
al bordo buio dell’acqua
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(2016)
preso dal terrore nel diventare lepre, disteso
10 marzo 2020
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(ad Antonio Porta)
preso dal terrore nel diventare lepre, disteso
airone sull’acqua, lungo come le lunghe zampe,
la notte i germogli sotto la neve, o migrare nel cielo
come se attraverso quella porta magica, fui preso
da tutto il terrore nell’essere lepre, nella notte
solcassimo i campi come presagi che solo una luce
fortuita disvela, nell’aria, maturate le rane
le ali raggiungono quasi i due metri, bianche, o color
cenere, nell’aria, sotto i germogli del grano, fresca
tutta questa vita che avanza, a lunghi passi, a balzelli
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(2019)
Replay: Prossimità
8 marzo 2020
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Prossimità
come il festone orfano di una solennità trascorsa
la rete della pallavolo, aggrovigliata dal vento,
apre alla vista il teatro della vita di paese
verso il fondale del mare, sopra la polvere rossa
che i nostri piedi calpestano, a collegarci al senso
concreto di quell’agire materiale di persone
che camminano, o discutono, all’opera su una casa
da costruire per sé, per l’amico, il figlio, il cugino,
mentre l’aria calda avvolge me come loro e mi porta
gli odori della calce e dei corpi, i sapori dell’esserci
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(2009)
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quando il sole sale si scioglie questa nostra caligine
primitiva, saltano piccoli pesci, biciclette
arrembano l’argine, ma resta ferma l’acqua, resta
specchio degli aironi e di tutti i fenicotteri esili
simili a serpenti nel cielo azzurrogrigio che il sole
lentamente invade sopra gli argini dove il mio corpo
cammina, resiste, esiste
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(2018)