cantavamo sempre le sue canzoni, eravamo sempre
28 aprile 2020
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cantavamo sempre le sue canzoni, eravamo sempre
le bambole cave, vuote, della sua infanzia, non c’era
cuore dentro noi, non c’era carne, una vita strana
definiva il nostro interagire con lei, mangiavamo
sempre la sua musica, eravamo solo simulacri
eppure eravamo esistenti e stavamo lì sedute
con lei, eravamo ancora le bambole rotte, vuote
svuotate d’amore
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(2019)
Replay: Portatore di luce
26 aprile 2020
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Portatore di luce
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non calpestate i gigli di campo neanche Salomone
al colmo della sua gloria nemmeno lui è vestito
non calpestate non siete l’arcangelo del Signore
gigli di campo nemmeno l’arcangelo del Signore
è vestito come uno di loro al sommo di gloria
non calpestate non siate Salomone al colmo
della mia miseria al culmine dei gigli degli arcangeli
caduti poi calpestati nell’onta dei cerchi freddi
dell’arcangelo lucifero nella gloria oltre i gigli
di campo del re dei morti che nemmeno Salomone
al sommo della sua gloria è vestito come lo è lui
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(2015)
sotto la linea del mare vedo cagliare le storie
24 aprile 2020
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sotto la linea del mare vedo cagliare le storie
di tanti mesi, non sono più fatte di nulla quando
saltano pronte sull’acqua, sopra il pelo e poi rimangono
come canotti che il vento ha strappato a un bambino, gonfie
di un’aria che le destina alla fuga nel mare alto,
alla sorte di Odisseo, principe di tutte e tutte
le avventure raccontate contro le onde impazienti,
sul palcoscenico mobile del quotidiano
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(2014)
ancora stavolta nel cerchio della campana del cielo
21 aprile 2020
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ancora stavolta nel cerchio della campana del cielo
le colonne chiuse e la terra ribaltata e io uscita
ancora stavolta a toccare le cose e a scivolare
le colonne chiuse e io piena di cose e di materia
la circonferenza del mondo ribaltata e io fuori
ancora una volta senza via ma tutta qui e viva
ancora quest’altra volta dove tutto il mondo mi viene
addosso e mi viene attorno e dentro mentre tutte le cose
risalgono il cielo e la campana è un cerchio che mi include
un suono che vuole mangiarmi e io sono docile cibo
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(2020)
Replay: Volgarità
19 aprile 2020
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Volgarità
volendo essere volgari, piantarti
questo cazzo davanti agli occhi, duro
come un discorso per la vita e pieno
d’inelegante maschia tracotanza,
definendo il confine di ciò che
è sesso e nube e folle malinconica
nera ossessione, e ciò che è sesso e sole
e chiara magica unione sensibile
di anime scelte, mentre si dispongono
i corpi a impersonare l’atto primo
dell’esistenza, attraversando il margine
delle violenze vive e del volere
essere amati, avvertendo nel sangue
che lo riempie il replicare fremente
della carne, che ancora implora vita
e tutto il tempo vita, senza tregua
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(2009)
Le quattro e quarantacinque
17 aprile 2020
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Le quattro e quarantacinque
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le quattro e quarantaquattro otto sillabe per dire
per disquisire di nulla le quattro e quarantacinque
ci sfuggono le occasioni come i minuti tra le dita
le quattro e cinquanta sono la nuova frontiera oscura
dell’immediato futuro le cinque le sei le otto
una settimana dopo un mese dieci anni pieni
galoppa la fantasia sul nulla il tutto è vuoto il tutto è pieno
di prospettiva, di nulla
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(2015)
amarti, sognarti, le parole degli innamorati
14 aprile 2020
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amarti, sognarti, le parole degli innamorati
ostentano forme dolci, delicati profili, sembrano
sul punto di spegnersi, come fiammelle con poco legno
vecchio o nero o livido di brace, sognarti averti toccare
quello che c’è sotto l’apparenza della carne, parole
che tremano come davanti a Dio, forme di ciò che fugge
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(2020)
Replay: Odore, parole
12 aprile 2020
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Odore, parole
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odore della cappella dei morti proviene da
da una donna che è passata rapidamente qui a fianco
come un’occasione persa, se non avesse lasciato
questo alito di cerini stantii che sa di ricordo
dei nonni là dove restano, resistono nel loro
resistere dentro il mio ricordarmi del loro abbraccio
che mi passarono al fianco come una donna che sa
di cera da camposanto e persisterà dentro queste
improvvisate parole
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(2016)
Le note sottili
10 aprile 2020
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Le note sottili
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sono sottili le note come spigoli di vetro
piangono l’aria attraversano la membrana sottile
del piacere sono un gemito un tremolio conturbato
un tremito quasi un brivido di voci complicate
nella matassa del cuore nella melassa del vivere
piangono aguzze nell’aria sono spigoli di vento
spifferi sottili come note di vetro che tremano
attraverso la membrana sottile del godimento
attraverso la melassa matassa del cuore debole
debole l’aria sottili come cuori di ventura
come note di ventura piangono cuori di vento
spigoli di vanità travagliati orgasmi attraversano
anime di note aguzze
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(2016)
ogni ceppo forma radice, cerca fortuna, nulla
7 aprile 2020
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ogni ceppo forma radice, cerca fortuna, nulla
è saltuario nelle occasioni del dolore, parole
bucano la terra, aprile inciampa nel rigenerare
leggende, ogni ceppo dalla radice origina storie
della nuova vita e del dolore, parole colorano
la terra emergendo da sotto, da giù, da una fine vengono,
portano con sé tutti i loro morti, tutto il freddo
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(2019)
Replay: Tiruvannamalai
5 aprile 2020
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Tiruvannamalai
dentro la pietra annerita
dal tocco di tante mani
dentro il fiore di pietra
non dischiuso, occulto
dentro la notte dell’anima
di pietra, buia e densa
come il duodeno di un dio
dentro cui siamo, démoni
incerti e umani, storditi
in questa celebrazione
estatica del tutto
nel sudore di questo
cielo di pietra, alberi
di pietra, acqua, spazio
fuoco nel granito
che canta e percuote
ossessivo ed eterno
sul profumo pesante
dei calici del fondo
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(2009)
sulla differenza dell’acqua costruire un intero
3 aprile 2020
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sulla differenza dell’acqua costruire un intero
sistema di chiuse, di canali, di flussi, lagune
appena increspate, un’idraulica innocente del senso
e dell’attrazione, dove uccelli larghi di inquietudine
occhieggiano piccole prede, un’idraulica pigra delle
emozioni, spasimo dell’indifferenza dell’acqua,
mentre scorre il sangue mentre attorno fa silenzio e cielo
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(2018)