Replay: Volgarità

19 aprile 2020

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Volgarità


volendo essere volgari, piantarti
questo cazzo davanti agli occhi, duro
come un discorso per la vita e pieno
d’inelegante maschia tracotanza,
definendo il confine di ciò che
è sesso e nube e folle malinconica
nera ossessione, e ciò che è sesso e sole
e chiara magica unione sensibile
di anime scelte, mentre si dispongono
i corpi a impersonare l’atto primo
dell’esistenza, attraversando il margine
delle violenze vive e del volere
essere amati, avvertendo nel sangue
che lo riempie il replicare fremente
della carne, che ancora implora vita
e tutto il tempo vita, senza tregua

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(2009)

Replay: Tiruvannamalai

5 aprile 2020

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Tiruvannamalai


dentro la pietra annerita
dal tocco di tante mani
dentro il fiore di pietra
non dischiuso, occulto
dentro la notte dell’anima
di pietra, buia e densa
come il duodeno di un dio
dentro cui siamo, démoni
incerti e umani, storditi
in questa celebrazione
estatica del tutto
nel sudore di questo
cielo di pietra, alberi
di pietra, acqua, spazio
fuoco nel granito
che canta e percuote
ossessivo ed eterno
sul profumo pesante
dei calici del fondo

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(2009)

Replay: Prossimità

8 marzo 2020

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Prossimità


come il festone orfano di una solennità trascorsa
la rete della pallavolo, aggrovigliata dal vento,
apre alla vista il teatro della vita di paese
verso il fondale del mare, sopra la polvere rossa
che i nostri piedi calpestano, a collegarci al senso
concreto di quell’agire materiale di persone
che camminano, o discutono, all’opera su una casa
da costruire per sé, per l’amico, il figlio, il cugino,
mentre l’aria calda avvolge me come loro e mi porta
gli odori della calce e dei corpi, i sapori dell’esserci

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(2009)

Replay: Per via

23 febbraio 2020

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Per via


di qua dalle montagne un’estesa
palude di loto mi trascende
a un orizzonte di palme, un bosco
bello come un’epoca dell’oro,
un’età della luce, un selvaggio
paese che non mi può ferire,
un paesaggio dipinto affollato
solamente dal mito

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(2009)

Replay: Orfeo

9 febbraio 2020

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Orfeo


se le parole scorrono sul limpido
acciottolato dei suoni, e se la voce incanta
le ore che ci avvolgono, e se l’onda
del nostro pieno agire agita il mondo
del sentire e del sangue

siamo nel vero forse questa volta,
e dentro il solco del vivere che chiama
a sé le forze perché vince, e avverte
l’impulso dilagare dal respiro
di ogni nostra nota che si accende
della realtà che vibra

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(2009)

 

se guardi il mare a lungo
(2009)

Da Distonia, Kurumuny, 2018

Replay: Orecchie e voci

26 gennaio 2020

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Orecchie e voci


volano le voci vuote
eccitate nel silenzio
tracciano linee di fuoco
sopra vite inconsapevoli
attraversano la notte
sempre cercando un ritrovo
dove intrecciarsi e ogni volta
più vive e più vere crescere
stillando di lingua in lingua
e di si dice in si dice
componendo un planisfero
di insospettate illusioni
quando tese sopra il mondo
con le sue luci segrete
dalle orecchie della luna
il sangue gocciola ancora

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(2009)

Replay: Dei miti

29 dicembre 2019

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Dei miti


i miti dell’infanzia si dispersero
in questo groviglio di città
periferie di vetro e di cemento
e in mille sceneggiati alla tivù
giocati dentro a un mondo
di docili valori cittadini
svanirono nel chiasso tante storie
dello spirito dell’acqua dentro i fossi
degli alberi del miele della notte
innamorata di un bimbo come me
storie che non sentii storie che caddero
nel pozzo del mistero ancora prima
d’esser per me parola per lasciarmi
non più del mito di un mito dentro il dubbio
o quasi un’evidenza che più veri
gli unici che per noi portino senso
siano ora quelli vuoti – e la città mi parla

 

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(2009)

Replay: Perturbazioni

8 settembre 2019

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Perturbazioni


qualcuno che mi cerchi, proprio
quando non sono a casa, senza
lasciare mai il suo nome, senza
tradire indizi, qualcuno che corrughi
vagamente lo specchio orizzontale
che dal mondo
mi rimanda la figura del mio io,

salvo che il mare
dei riflessi vagheggiati
in verità
conta ben altre onde
nel vento delle vite altrui,
ben più efficaci
e amare perturbazioni

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(2009)

Replay: Contrasto

22 gennaio 2019

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Contrasto


in queste scene contorte
domandarmi se l’amore
al travasare in furore
incontenibile possa
transustanziarmi le ossa
in fragilissima assenza
di passione ― desistenza
del male mio quotidiano
nel trascinarci al lontano
fantasticare la morte

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(2009)

Replay: Lo sguardo lungo

12 dicembre 2017

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Lo sguardo lungo


non un giardino lezioso
ma la geometria variabile
e astratta del coltivato
detta regole all’immagine
di queste palme su rocce
grigie contro il fondo grigio
del fiume e del cielo ansioso

il tempo si è fatto scudo
dell’invenzione ieratica
di un mitico giardiniere
di paesaggi un inventore
di silenziose preghiere
allo spirito che aleggia
primevamente sull’acqua

noi ci nascondiamo dietro
allo sguardo del fotografo
che inutilmente si sforza
di non capire o sentire
il fervore trattenuto
dall’atmosfera che canta
tra le colonne di palma


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(2009)

Volgarità

3 giugno 2016

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Volgarità


volendo essere volgari, piantarti
questo cazzo davanti agli occhi, duro
come un discorso per la vita e pieno
d’inelegante maschia tracotanza,
definendo il confine di ciò che
è sesso e nube e folle malinconica
nera ossessione, e ciò che è sesso e sole
e chiara magica unione sensibile
di anime scelte, mentre si dispongono
i corpi a impersonare l’atto primo
dell’esistenza, attraversando il margine
delle violenze vive e del volere
essere amati, avvertendo nel sangue
che lo riempie il replicare fremente
della carne, che ancora implora vita
e tutto il tempo vita, senza tregua

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(2009)

Tiruvannamalai

20 Maggio 2016

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Tiruvannamalai


dentro la pietra annerita
dal tocco di tante mani
dentro il fiore di pietra
non dischiuso, occulto
dentro la notte dell’anima
di pietra, buia e densa
come il duodeno di un dio
dentro cui siamo, démoni
incerti e umani, storditi
in questa celebrazione
estatica del tutto
nel sudore di questo
cielo di pietra, alberi
di pietra, acqua, spazio
fuoco nel granito
che canta e percuote
ossessivo ed eterno
sul profumo pesante
dei calici del fondo

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(2009)

Prossimità

22 aprile 2016

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Prossimità


come il festone orfano di una solennità trascorsa
la rete della pallavolo, aggrovigliata dal vento,
apre alla vista il teatro della vita di paese
verso il fondale del mare, sopra la polvere rossa
che i nostri piedi calpestano, a collegarci al senso
concreto di quell’agire materiale di persone
che camminano, o discutono, all’opera su una casa
da costruire per sé, per l’amico, il figlio, il cugino,
mentre l’aria calda avvolge me come loro e mi porta
gli odori della calce e dei corpi, i sapori dell’esserci

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(2009)

Replay: Le cose vive

19 aprile 2016

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Le cose vive

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le scale, i mattoni, le foglie ci raccontano
gli entusiasmi oscuri del verde, cose vive
e cose rimaste senza vita, gli oggetti
che rivelano il mondo com’è, così denso
d’incontenuta affabulazione indiretta,
pietre e cemento, i muri che insieme dividono
e affiancano, il vetro e il legno, le foglie annunciano
un senso diverso, avvolgente, cose vive
di altrove vicini e vegetali, il metallo
a marcare il nostro campo, sanzionando
nostra l’originalità orgogliosa, nostra
la vanteria di moderni, civili e carichi
di inadeguate certezze, le cose vive
ci accerchiano, ridono talvolta di noi

 

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(2009)

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